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MULATERO – ERAVAMO GIOVANI E INCOSCIENTI – G.INCOSCIENTI

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A 23 anni è già vincitore di due Tour de France. A 24 anni un grave infortunio per poco non mette fine alla sua carriera. A 25 anni fonda una propria squadra professionistica, e ne disegna anche la maglia.A 28 anni subisce una delle sconfitte più dolorose nella storia dello sport: un Tour perso all’ultima tappa, e per soli 8 secondi.Laurent Fignon ha bruciato le tappe della sua carriera. Ma è anche stato bruciato dalla vita: è morto a soli 50 anni, nel 2010.L’anno prima aveva saputo di essere gravemente malato di cancro proprio nei giorni in cui stava per mandare in stampa la sua autobiografia.In quelle pagine aveva scritto di sè, del suo mestiere di ciclista e di cosa significava essere una celebrità sportiva, con la veemenza, l’audacia e la sfrontatezza di chi non ha mai avuto paura di chiamare le cose con il proprio nome: l’estasi del successo e l’acre sapore della sconfitta, la sfida impertinente lanciata ai mostri sacri e l’incoscienza e i compromessi della lunga stagione del doping.
Fin da subito riconosciuto come una pietra miliare della letteratura sportiva, Eravamo giovani e incoscienti è l’ultima lezione del professor Fignon, dalla quale il ciclismo contemporaneo ha forse ancora molte cose imparare.

«Il ciclismo si è trasformato in sport di difesa, scordando che la sua sola ragione d’essere è l’attacco […].
Non dico che ai miei tempi fossimo migliori, eravamo diversi. Penso di aver vissuto il breve intermezzo hippie del ciclismo e ne sono fiero».

L’AUTORE – Laurent Fignon

È nato a Parigi nel 1960. Ciclista professionista trail 1982 e il 1993, è stato uno dei più forti campioni della sua generazione. Ha vinto due Tour de France (1983, al debutto, e 1984), un Giro d’Italia (1989), due Milano-Sanremo (1988, 1989) e una Freccia Vallone (1986). Indossava degli occhialini da vista con una montatura dorata che gli davano l’aria da professore o, quanto meno, da intellettuale. In effetti, rispetto alla maggioranza dei suoi colleghi, aveva letto non pochi libri in più. Ammalatosi di cancro, è morto, prematuramente, nel 2010.La sua autobiografia, Nous étions jeunes et insouciants uscita in Francia nel 2009 – con la collaborazione di Jean-Emmanuel Ducoin, scrittore ed editorialista del quotidiano L’Humanité – e ora, dopo tredici anni, tradotta in italiano, è considerata un classico della letteratura ciclistica.

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