Elia Origoni, l’Avventuriero delle Terre Alte, ricorderà a lungo il giorno numero 98 della sua avventura IN SOLITARIA 2021 attraverso l’Italia. Lo afferma lui stesso. Da quel giorno, il 29 maggio, dopo 16 settimane di cammino, il suo segnale GPS è infatti fermo negli Appennini, sul Monte Prado.
Stava percorrendo un tratto innevato, come lui stesso riporta nel suo blog, c’erano evidenti distacchi di neve, quando “… all’improvviso sento un forte rumore. Il tempo di capire cosa stia succedendo e rimango travolto da una “piccola” slavina che si è staccata circa 50 metri sopra di me.
Fortunatamente Elia ha un braccio e la testa liberi, e nonostante l’iniziale confusione riesce a calmarsi, per poi inviare il segnale di SOS dal suo localizzatole GPS SPOT. Mentre attende i soccorsi riesce anche a liberare le gambe e ad entrare nel sacco a pelo per scaldare le parti del corpo che avevano preso più freddo.
Ora è ricoverato (ha due costole rotte e varie contusioni), ma tutto sommato sta bene.
La sua esperienza, che lo ha aiutato a riacquistare la calma e ad analizzare la situazione, unita alla prontezza nell’utilizzare il localizzatore GPS per chiedere aiuto hanno davvero fatto la differenza. Questo è uno dei classici esempi in cui un “accessorio”, la cui importanza viene troppo spesso sottovalutata, ha fatto la differenza: il telefono di Elia era rimasto sepolto sotto la neve, fortunatamente aveva con sé un GPS SPOT, che gli ha permesso di chiedere aiuto. I Vigili del Fuoco hanno ricevuto la richiesta e la posizione del ragazzo e sono riusciti a rintracciarlo. Avevamo già sottolineato l’importanza di questi strumenti, dei veri e propri salvavita in circostanze come questa, e oggi la ribadiamo.
Se volete leggere la sua esperienza raccontata in prima persona, date un’occhiata al suo diario di bordo
Forza Elia, rimettiti presto!