La provincia di Brescia ha un territorio montano sconfinato: l’Adamello con le sue grandi masse di granito, le aree calcare e dolomitiche centro-meridionali, tre laghi, quattro valli con un’infinità di piccole e grandi pareti sospese qua e là sui versanti.
Eppure – vuoi per la vastità del territorio, che ha reso complicate le esplorazioni, vuoi per la ritrosia dei bresciani a raccontare di sé – a oggi poco si sa del patrimonio di falesie dedicate all’arrampicata presenti sulle montagne camune, triumpline, valsabbine e gardesane. E, nonostante negli anni Ottanta Brescia sia stata uno dei territori da cui è partita la rivoluzione dell’arrampicata libera in Italia (sul monte Maddalena e alla Cava di Virle vi sono alcuni dei primi 8a liberati nel nostro Paese), molte pareti della provincia sono frequentate quasi solo dai locali.
L’eccezione della Valle dell’Opol, sul Lago d’Iseo, meta di climber provenienti da ogni parte d’Europa, conferma la regola: molti altri siti, interessanti, di pregio e in ambienti magnifici, restano solitario terreno di gioco di lucertole, ghiri, falchetti e occasionali scalatori del posto.
Questa guida – purtroppo ancora non onnicomprensiva – è un invito a esplorare le montagne bresciane e le sue pareti e a scoprire – nascosta dietro l’ingombrante e al tempo stesso inconsistente cortina delle infrastrutture industriali di fondovalle – la bellezza di una natura umile e magnifica, che ha molto da offrire al principiante e all’arrampicatore evoluto.
Autori Sandro De Toni e Stefano Maffi
Editore Versante Sud